Quando parliamo di spumanti, di metodi di spumantizzazione e di produzione di altissima qualità in questo campo la partita è, come quasi consuetudine in campo enologico, tra Italia e Francia.
Cominciamo col dire che le modalità di spumantizzazione di un vino si distinguono tra metodo Martinotti o Charmat e metodo Champenoise o classico. Il primo metodo fu scoperto dall’enologo piemontese Martinotti agli inizi del 1900 che inventò questo modo di produrre spumanti, sebbene sia stato il francese Charmat a brevettarlo.
Il metodo Champenoise ha origini ben più antiche: la sua paternità è attribuita al monaco benedettino francese Dom Perignon sul finire del 1600.
La differenza fondamentale tra i due metodi consiste nella differente modalità di rifermentazione del mosto, che avviene in cisterne con il metodo Martinotti ed in bottiglia con il metodo classico.
Parlando della provenienza, lo Champagne viene prodotto (ovviamente con il metodo Champenoise) solo ed esclusivamente in Francia, nella regione dello Champagne, situata a nord-est della nazione con una grande concentrazione di cantine tra le città di Reims ed Épernay, mentre gli spumanti vengono prodotti in diverse parti del mondo e tra queste un ruolo di assoluto rilievo ce l’ha l’Italia.
I principali spumanti italiani prodotti col metodo Martinotti sono l’Asti (dal 2011 esiste anche la versione prodotta con il metodo classico) ed il Prosecco Spumante (non tutti i prosecco sono spumanti, esistono anche le versioni frizzante e fermo), mentre le versioni più note degli spumanti italiani ottenuti con il metodo classico sono il Trentodoc ed il Franciacorta. L’Asti Spumante è prodotto in una zona compresa tra le province di Alessandria, Asti e Cuneo; il Prosecco in un’area collinare della provincia di Treviso; il Trentodoc in una vasta area della provincia di Trento, il Franciacorta in Lombardia, nel territorio tra Brescia ed il Lago d’Iseo. Se è vero che la maggior parte degli spumanti italiani proviene dal nord Italia, produzioni di eccellenza si ottengono anche in Puglia, in Friuli, nelle Marche ed in molte altre regioni.
Gli spumanti nell’immaginario collettivo sono vini che vanno bevuti non molto tempo dopo la relativa vendemmia e nella maggior parte dei casi è così però quelli ottenuti con il metodo classico hanno una potenziale longevità maggiore, poiché le fasi di presa di spuma e sosta sui lieviti, oltre a conferire peculiari note olfattive e gustative, contribuiscono ad una sorta di rallentamento dell’effetto del tempo. Per gli spumanti italiani è prevista una maturazione minima di 9 mesi per l’Asti metodo classico, 15 mesi per il Trentodoc, di 18 mesi per il Franciacorta. Parlando di Prosecco, se fino a pochi anni fa la tendenza era quella di consumare il prodotto entro due anni dalla vendemmia, ultimamente diversi produttori lasciano invecchiare lo spumante anche per oltre 10 anni.
Gli Champagne non possono uscire dalla della cantina prima di 15 mesi anche se spesso vengono lasciati invecchiare molto più a lungo dando vita a prodotti finiti di livello mondiale. Lo Champagne infatti è tra i vini più longevi al mondo, grazie alla elevata acidità del vino ed alla presenza di anidride carbonica che lo protegge dall’ossidazione.
Venendo ai vitigni, l’Asti è prodotto esclusivamente con uve Moscato bianco, il prosecco spumante principalmente dal Glera con possibili presenze di piccole quantità di uve Perera, Verdisio e Bianchetto, per il Trentodoc possono essere utilizzate uve Chardonnay, Pinot bianco, Pinot nero e Pinot Meunier; lo spumante Franciacorta è ottenuto principalmente dallo Chardonnay e dal Pinot nero, ma possono essere anche utilizzati il Pinot bianco e in misura minore l’Erbamat.
Parlando dello champagne questo viene ottenuto da tre vitigni: Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Meunier. Possono essere utilizzate le uve delle tre varietà o soltanto alcune. Gli Champagne ottenuti utilizzando soltanto lo Chardonnay, definiti Blanc de Blancs, sono i più eleganti, in genere con note di mela verde e agrumi. Gli Champagne ottenuti dai Pinot sono i Blanc de Noirs e presentano una maggiore struttura e complessità e sentori di frutta rossa.
L’Asti è lo spumante aromatico dolce per eccellenza, in cui la sensazione di dolce e la freschezza del gusto si equilibrano.
Il Prosecco è fresco e fine, con sensazioni di morbidezza variabili in base al contenuto zuccherino.
Il Trentodoc è connotato da un gusto fresco, pieno e rotondo; il suo punto di forza è l’equilibrio tra morbidezza e una acidità non marcata.
Gli aggettivi che più si addicono ad un Franciacorta sono sapido, fresco, fine ed armonico.
In tempi di cibi e bevande light, non si può non prestare attenzione anche al contenuto zuccherino degli spumanti. A tal proposito si distinguono, gli spumanti Brut Nature, Extra Brut, Brut, Extra Dry e Dry passando progressivamente dagli spumanti meno dolci a quelli più dolci. Gli Champagne, inoltre, possono presentare un ulteriore dicitura sulla loro etichetta: se provengono da zone particolarmente vocate per la produzione di ottime produzioni troveremo anche la scritta Grand Cru o Premier Cru. I migliori Champagne sono i Grand Cru, che sono il frutto di uve provenienti esclusivamente da una ristretta zona che comprende 17 comuni francesi.
Sia spumanti che Champagne possono essere millesimati, se realizzati con uve di un’unica annata, o non millesimati, se con uve di più annate. Il primo caso è frequente in occasione di annate particolarmente favorevoli, mentre la seconda opzione viene scelta dalle cantine che vogliono mantenere un livello qualitativo quanto più uniforme possibile.
Un accenno non possiamo non farlo al perlage. Questo termine indica l’insieme delle bollicine che si sprigionano quando il vino viene versato nel bicchiere; se il perlage è fino, continuo e persistente saremo davanti ad un ottimo prodotto.
Se è vero che le bollicine dello Champagne sono le più ambite ed apprezzate da estimatori di tutto il mondo, Prosecco, Franciacorta, Asti e Trentodoc si sono ritagliate il loro spazio e stanno consolidando la loro presenza sulle tavole straniere, a testimonianza dell’assoluta qualità del prodotto.
Qualsiasi sia la vostra scelta, l’importante è brindare.
Photo credits: IG @genuinefranciacorta – www.champagnejeanjosselin.fr