La cameriera si avvicina, sorride, si scusa. Dice che dovrò aspettare ancora un po’, ma ci sono gli gnocchi oggi, sarebbe un peccato andar via. Ricambio il sorriso, l’orologio dice che è mezz’ora che sono in attesa. Non si può prenotare per pranzo “Da Enzo al 29”, piccola trattoria in una via distante dalla movida caotica di Trastevere. Qui la pazienza è requisito necessario. In coda con me, una nutrita comitiva con gli occhi a mandorla, fotografa, quasi incredula, una scena di felliniana memoria. I tavoli all’aperto godono le prime giornate di primavera, l’interno è composto da un’unica e piccola sala dai muri gialli e l’arredamento è obbligatoriamente spartano, ma con un tocco retrò. Le sedie spaiate hanno la seduta in paglia e i tavoli in legno, assai ravvicinati, incorniciano l’atmosfera familiare. Alla lavagna vengono aggiornate le portate del giorno, sapientemente dettate dalla stagionalità delle materie prime, che arricchiscono l’offerta del menù cartaceo, composto da capisaldi della cucina romana. C’è una buona offerta di vini del territorio. Il periodo impone la scelta dell’antipasto : Carciofi alla Giudia.
Arrivano caldi, dalla frittura asciutta, ottimo connubio tra il “croccante” della scorza esterna e il morbido cuore interno, leggermente amarognolo. Da manuale. Ma sono i primi l’esperienza che vale l’attesa, come suggerito dalla cameriera. Esagero, viste le porzioni abbondanti, ordinando sia rigatoni alla carbonara che il piatto del giorno : gnocchi di patate leonessa.
Rigatoni cotti al dente, guanciale IGP di Amatrice croccante il giusto, crema all’uovo quasi al limite del denso, pecorino e pepe ben dosati. Di una bontà commovente. Ma ero qui per questo, la sorpresa sono invece gli gnocchi di patate. C’è dell’amore in questo piatto, si vede, è evidente. Il ragù di salciccia è succulento, ben si sposa con il pecorino (lo stesso della carbonara) e il dolce di questi gnocchi irregolari, teneri, che si sciolgono in bocca. Anche qui, porzione abbondante, quasi fosse una coccola di una nonna del sud. Un “Signor” ragù che reclama la scarpetta, per la gioia della nonna. Qui il pane del cestino è fresco e di qualità. Altra nota a loro favore.
Il tiramisù di Enzo nel bicchiere di vetro è la chiusa che si fa ricordare con piacere. Perfetto l’equilibrio di ogni ingrediente, riconducibile in ogni cucchiaino.
Il servizio è caloroso, in linea con l’ambiente, ma attento, professionale. Hanno a che fare con tantissimi stranieri, quasi il sessanta per cento della clientela, con competenza riescono a sbrigare le incomprensioni dettate dalla lingua. Ma, si sa, a tavola non servono tante parole, è il “buon” gusto che comanda e Da Enzo al 29, si mangia davvero bene. Come coccolati da nonna.
Da Enzo al 29 – Via dei Vascellari, 29 – Roma – Tel: 06/5812260 – Chiuso: Domenica –