Una troupe di Studio Aperto sta filmando dei turisti stranieri con i piedi a mollo nella fontana del Castello Sforzesco. Immagini che verranno riproposte nell’edizione serale, con le immancabili raccomandazioni stagionali a non uscire nelle ore più calde della giornata. Sono le 13 passate in una Milano rovente, ancora non chiusa per ferie. La Pizzeria Da Zero dista una passeggiata dal Castello, in via Bernardino Luini 9, nel cuore dell’elegante centro storico meneghino. Arrivo dopo aver letto le tante recensioni positive in rete, molte penne blasonate del settore hanno espresso giudizi importanti. Senza alcun timore riverenziale né tanto meno aver prenotato (pratica che vi consiglio), vengo accolto con il sorriso da un’affabile cameriera. Prendo posto al bancone, poco distante dalla cassa, con affaccio sulla strada. Ci sta. Il locale è luminoso, curato e volutamente formale, con il grande forno dorato all’ingresso a mettere in chiaro le cose: qui è la Pizza la protagonista assoluta. Ancor prima di poter leggere il menù, mi è stato chiesto se mi poteva essere servito qualcosa da bere. Preso in contropiede e provato dal caldo record (sentirete anche questo su Studio Aperto) opto per una birra rossa alla spina. Solo quando mi sarà consegnato i menù, scoprirò che si tratta di una (buona) birra artigianale di origine “cilentana“. Ed è questo il leitmotiv che emerge dal menù di “Da Zero” pizzeria : con orgoglio viene raccontata (con tanto di volti dei produttori e i prodotti esposti sul bancone) la ricchezza enogastronomica di una terra meravigliosa e bistrattata. E così ogni singolo ingrediente (molti Presidi Slow Food), ogni singola pizza (più di trenta, classiche, nessun colpo di testa spacciato per “gourmet” ), ogni etichetta di vino proposto, celebra una terra di eccellenze. Tra insalate varie, parmigiane e immancabili frittatine, scelgo, per iniziare, il classico crocchè di patate cilentano . Bella scoperta. Arriva caldo, panatura a regola d’arte. Ottima la consistenza dell’impasto. Al morso, spicca la sapidità della provola, stemperata, leggermente, dalla freschezza del prezzemolo.
Nel frattempo il locale si è riempito, condivido il bancone con altri solitari avventori senza prenotazione. Eppure i tempi d’attesa della pizza, sono inferiori alle mie previsioni. Arriva la mia “Cilentana Sbagliata” : fior di latte, sugo cilentano, cacioricotta di capra e basilico.
Al primo impatto ho temuto che la cottura “decisa” potesse condizionare il risultato finale. Mi sbagliavo, mi sbagliavo alla grande! Al primo morso mi vien voglia di alzarmi e cospargermi il capo di cenere per quanto l’esperienza sia celestiale. Ora non ricordo se ho mai mangiato un impasto napoletano così buono. Cornicione asciutto, fragrante anche da tiepido (ho perso un po’ di tempo per le foto…), con una consistenza, degna cornice della ricca farcitura. Devo proprio cercare il pelo nell’uovo? Il cacioricotta utilizzato è poco incisivo, quasi indistinguibile la sua natura. Se fosse stato più corposo, avrebbe addolcito l’acidità tipica del sugo cilentano. Siamo ad altissimi livelli. Prezzo? La vita a Milano costa cara e non si possono fare paragoni. La mia pizza, scelta tra le pizze del territorio, la cilentanta sbagliata, costa 11€. Se pensate che sia una semplice “Margherita”, vi sbagliate di grosso. Forse sono eccessivi i rincari su birra (5€ una media) vino (4,5€ il calice) e coperto (nel mio caso, inesistente 1,5€), ma la proposta offerta è frutto di un lavoro di qualità. Una qualità orgogliosamente imparagonabile.
Pizzeria Da Zero
Indirizzo: Via Berardino Luini 9, Milano