A pochi giorni dalla pubblicazione delle migliori 50 pizzerie d’Italia, che tanto sta facendo discutere, torniamo a parlare di pizza come piace farlo a noi: dando voce agli esperti. Oggi ospitiamo un “pizzalover” , neologismo che magari vi farà storcere il naso, ma che bene descrive il nostro ospite: Mattia Bizzarro. L’argomento è svelato e fa “gola” a tanti, ma con Matteo parliamo anche del valore “sociale” che è riconosciuto alla pizza. Mettetevi comodi e godetevi quest’intervista sul mondo pizza a tutto tondo. Buona lettura! (Tutte le foto correlate a questa intervista, sono opera di Mattia, che vi consiglia di seguire su Facebook ed Instagram)
Candido Marinelli:- Ciao Mattia, grazie per aver accettato il nostro invito. Ti abbiamo scoperto su Instagram, un profilo molto legato al mondo “pizza”. Ma chi è Mattia Bizzarro e com’è nata questa passione “viscerale” per la pizza?
Mattia Bizzarro:- Ho cominciato ad appassionarmi alla pizza da ragazzino,quando mia madre di tanto in tanto la faceva in casa nel forno a legna e io mi divertivo a darle una mano. Quel profumo che anticipava la gioia della tavola lo ricordo come se fosse ieri. Successivamente, ho iniziato a girare alla ricerca di buone pizze come premio per il mio seguire in modo rigoroso una dieta sana e bilanciata, unita a un’attività fisica che faccio quasi quotidianamente per compensare la sedentarietà del lavoro d’ufficio. Da 5 anni infatti lavoro come front-end developer in un’azienda di Benevento. Sono una persona abbastanza pignola e amo immergermi con impegno e determinazione in quello che faccio, ammesso che abbia gli stimoli giusti che tengano vivo il mio interesse. Sono anche abbastanza riservato. Chi mi segue su Instagram sa che non amo condividere storie in cui compaio in prima persona, questo anche perché voglio che le vere protagoniste del mio profilo siano le mie esperienze, in cui cerco di trasporre fedelmente le sensazioni e le emozioni che mi regalano le pizze e tutto il contesto che ne gira attorno.
C.M.:- Approfondiamo l’argomento pizza: a parer tuo, esiste un impasto perfetto? In percentuale, quanto sono importanti gli ingredienti?
M.B.:- No, non esiste l’impasto perfetto, ma solo un impasto ben fatto; poi tutto dipende dal gusto personale di chi prova il prodotto finito. Quando una pizza risulta “scioglievole”, con un affondo morbido ma non gommoso, consistente ma non resistente, con un bel sentore di grano al palato e al naso, allora, per me, si può parlare di un impasto ben fatto. È un gioco di variabili e tecniche che sta tutto nelle mani del pizzaiolo: cambi una piccola cosa e ottieni un prodotto completamente diverso. Riguardo agli ingredienti, invece, credo che l’aspetto più importante sia la capacità innanzitutto di selezionarli e lavorarli, valorizzando al meglio quelle che sono le loro caratteristiche, e poi di assemblarli in ricette equilibrate e ben pensate. Personalmente, sono per i topping semplici, con pochi ingredienti e i giusti contrasti di sapori e consistenze. La pizza, per piacermi, deve stupirmi e divertirmi con semplicità.
C.M.:- Quanto è importante l’aspetto estetico per valutare una pizza? Quali sono i tuoi accorgimenti per valutare una pizza di qualità?
M.B.:- Beh diciamo che non sempre una bella pizza è anche buona, mentre una buona pizza spesso e volentieri è anche bella da vedere. In ogni caso preferisco che sia buona piuttosto che bella esteticamente. Ci sono indicatori che già alla vista mi permettono di farmi un’idea, come ad esempio un colore troppo pallido del disco di pasta, un fondo bianco o nero, un cornicione sviluppato male, non alveolato e umido, un effetto maculato troppo accentuato, un topping raffazzonato con ingredienti posizionati senza amore né logica, un eccesso di creme umide, un latticino che ha le sembianze di una gomma da masticare. Questi sono alcuni dei campanelli d’allarme che di solito mi indicano una pizza, in partenza, pessima, e raramente poi si dimostra il contrario.
C.M.:- La pizza è tra gli alimenti più social che ci sia, sei d’accordo? Tu sei admin di un gruppo su Facebook “ Pizza Social – Parliamo di pizza nel mondo! 😀” che conta davvero molti iscritti, di tutta Italia e non solo. Qual è l’obiettivo?
M.B.:- La pizza è riconoscibile ovunque nel mondo, complice il fatto che è accessibile a tutti, dà gioia quando la si mangia e può essere condivisa facilmente sui social. Ricordiamo, poi, che al di là del suo essere social, è uno dei piatti più popolari di sempre: l’uscita del sabato sera, il pretesto per vedersi con gli amici, l’ultima spiaggia per una famiglia che, stanca dopo una giornata di lavoro, si salva con l’asporto, ecc. Insomma, era abbastanza scontato che divenisse uno degli alimenti social per eccellenza. Io in primis grazie a questa passione ho conosciuto tante persone con cui condividerla, spesso anche a tavola, e l’unione che riesce a creare è qualcosa di meraviglioso. Il gruppo Facebook “Pizza Social – Parliamo di pizza nel mondo! :D”, di cui sono admin da relativamente poco tempo, grazie alla fiducia che Giuseppe D’Angelo, l’ideatore del gruppo, ha riposto in me, vuole essere un luogo di condivisione di pareri, pensieri e idee; in poche parole, condivisione di “esperienze pizza”, sia fatta in casa che mangiata fuori, in Italia e all’estero, così da creare anche un passaparola per far conoscere realtà meritevoli di essere visitate da ogni appassionato. Insomma, un gruppo per i veri amanti della buona pizza.
C.M.:- Grazie ancora per aver accettato il nostro invito e chiudiamo con una domanda secca, non ci pensare troppo ma giustifica le tue scelte. Tre pizzerie che un’amante della pizza deve assolutamente provare e perché?
M.B:- La proposta pizza, rispetto a qualche anno fa, ha raggiunto livelli molto più alti e di pizzerie da provare ce ne sono tante. “Decimo Scalo” a Caserta, per l’ambiente familiare, per l’amore che trasudano le pizze di Vittorio Vespignani e per la loro qualità generale, un giusto mix tra impasto ben lavorato e topping golosi (da provare assolutamente la DOC). “I Masanielli di Francesco Martucci”: un autentico “parco divertimenti” della pizza; attualmente quelle in tripla cottura non hanno eguali (su tutte consiglio la Futuro di Marinara). “Madia” a Salerno dove Francesco Miranda sperimenta con gli impasti e valorizza i vegetali in modi che lasciano senza parole (consigliatissima la “Orto del giorno”). “La Locanda dei Feudi” a San Cipriano Picentino (Salerno): il locale è piccolo ma le realizzazioni di Francesco Capece sono di una bontà disarmante e risulterà difficile non innamorarsene. “Gianpà” di Gianpaolo Attardi a Cassino: anche qui il locale è piccolo, ma il prodotto finale è di assoluta qualità. A queste vorrei aggiungerne altre, come “Il Segreto di Pulcinella” a Montesarchio, “Pepe in Grani” a Caiazzo,“380° Officine della pizza” a Villaricca, “Ciarly” a Napoli, “Prima Classe” a Caserta, “I Borboni” a Pontecagnano e la lista potrebbe continuare ancora ma mi fermo qui. Quando si parla di buone pizze mi lascio prendere la mano. Grazie a voi per questa bellissima chiacchierata, è stato un piacere per me.