Apollonio in cantina

Apollonio Vini: 150 anni di passione per i vitigni del Salento

Di certo non è uno dei migliori anni per festeggiare un anniversario ma si ha poco da temere quando la propria storia parla di passione per il proprio lavoro che ha permesso all’azienda in questione  di farsi apprezzare in più 30 Paesi in tutto il mondo. Storia che si è dovuta riadattare in tempo di pandemia, ma senza perdere la propria identità.
Godetevi l’intervista a Massimiliano Apollonio (ex Presidente Assoenologi di Puglia, Basilicata e Calabria; oggi componente del Consiglio nazionale Assoenologi e membro dell’Accademia della Vite e del Vino) in occasione dei 150 anni dalla nascita della cantina Apollonio Vini, una delle realtà più interessanti del panorama vitivinicolo pugliese, di cui è a capo insieme al fratello Marcello. Buona lettura!

Apollonio Massimiliano e MarcelloGiuseppe Bianco: “Grazie Massimiliano per aver accettato il nostro invito. Quest’anno ricorre un anniversario importante per la vostra cantina, tra le più interessanti nel panorama vitivinicolo pugliese. Quale evoluzione ha avuto cantina Apollonio nel corso di questi 150 anni?”
Massimiliano Apollonio: “La nostra è una storia di terra e passione che inizia centocinquant’anni fa, nel 1870, quando il nostro avo Noè Apollonio comincia a utilizzare in maniera industriale lo stabilimento vinicolo di famiglia, trasformando la crisi della fillossera in un’opportunità grazie alla diversificazione dei vitigni e al commercio di Negroamaro e Primitivo, prodotti dalle uve coltivate nel Salento. Oggi, mio fratello Marcello si occupa del settore commerciale, mentre io sono l’enologo aziendale. Ho studiato Viticoltura ed Enologia in Italia e maturato importanti esperienze professionali in tutta Europa; un percorso che mi ha consentito di ricoprire la carica di Presidente Assoenologi di Puglia, Basilicata e Calabria per due mandati e di essere oggi componente del Consiglio nazionale della stessa Assoenologi, nonché membro dell’Accademia della Vite e del Vino e dell’Accademia dei Georgofili.  Dopo tanti anni, grande importanza continua a rivestire l’aspetto culturale e artistico del vino. Dal 1995 la cantina organizza infatti il Premio Apollonio, evento che si tiene nel rettorato dell’Università del Salento e che si avvale, dopo il contributo iniziale di Serena Dandini, della direzione artistica di Neri Marcorè. Un riconoscimento che trae origine dal desiderio di omaggiare i nostri genitori, scomparsi troppo presto, ma che oggi trova rinnovata linfa nella nostra volontà di celebrare i pugliesi nel campo della cultura e dello spettacolo. Non è stato facile arrivare sin qui, le difficoltà sono state tante: una su tutte la scomparsa prematura e improvvisa di nostro padre Salvatore, evento che nel 1995 ci ha obbligati, giovanissimi, a prendere in mano le redini dell’azienda e a integrare i mercati di riferimento. All’epoca, l’azienda vendeva soprattutto nei Paesi in cui forte era la presenza di immigranti italiani, mentre noi abbiamo deciso di aprirci da subito anche ai mercati anglosassoni e all’Asia che oggi costituiscono complessivamente buona parte delle nostre esportazioni il cui zoccolo duro è comunque rappresentato dall’Europa. Anche il mercato statunitense, in virtù delle recensioni ricevute da Robert Parker all’inizio del nuovo corso aziendale, è per i nostri vini un’importante area di riferimento.”IL150 ApollonioG.B. “In che misura state avvertendo la crisi legata al Covid? Come state fronteggiando questo periodo inaspettato, in un anno così importante per voi?” 
M.A.La pandemia ha costretto l’economia mondiale a rivedere tutte le sue stime e previsioni, a riorganizzarsi di conseguenza. Una ristrutturazione che ovviamente sta riguardando anche noi, perché il Covid-19 ha evidenziato la necessità, per l’azienda, di diversificare i canali distributivi. Finora, infatti, i nostri prodotti erano concentrati nel settore Horeca – hotel e ristoranti – e nelle esportazioni: comparti duramente colpiti dal lockdown, anche se, per fortuna, il blocco ha riguardato i mercati internazionali a macchia di leopardo e in tempi differenti, consentendo alla nostra azienda di continuare a lavorare, sia pure a regime ridotto. Abbiamo così deciso di apportare una prima modifica al canale distributivo, grazie al lancio del nuovo sito aziendale: un intervento in realtà già in programma nell’ambito delle celebrazioni per i centocinquant’anni di storia aziendale, che sono state però in parte rinviate all’anno prossimo a causa della pandemia. La nuova piattaforma propone infatti una sezione destinata all’e-commerce, grazie alla quale molti clienti oggi possono assicurarsi le forniture del nostro vino grazie ad un semplice click, stando comodamente seduti sul divano di casa. Un arricchimento della nostra proposta distributiva a quanto pare molto apprezzata. Parimenti abbiamo deciso di ampliare la nostra presenza nei luoghi privilegiati dell’enogastronomia: non più solo ristoranti, ma anche enoteche e wine bar, idonei a distribuire le nostre linee di prodotto più giovane, come le linee Il150 ed Elfo, ma in futuro anche lo spumante celebrativo dei centocinquant’anni di vita della cantina, il Noè, attualmente sui lieviti. La pandemia ci ha inoltre aiutato a comprendere come sarà sempre più importante una comunicazione incisiva del brand Apollonio, da veicolare sia attraverso le riviste specializzate che attraverso i social, anche e soprattutto per “aggredire” più target e più fette geografiche di mercato –  sia come Paesi che come tipologie di clientela – per evitare che l’azienda si fermi in caso di nuovi episodi di lockdown, o in caso di sconvolgimenti politico-sociali o geo-climatici di particolare intensità. La difficoltà di un’azienda che esporta la gran parte del suo prodotto sta infatti nella necessità di affrontare contemporaneamente più mercati con regole profondamente diverse e spesso non scritte. Di fondamentale importanza, da questo punto di vista, è continuare a puntare su relazioni dirette con i nostri clienti, soprattutto sul rapporto umano, che – come abbiamo potuto constatare nel periodo del lockdown – è sempre il primo fattore da curare per avere scambi soddisfacenti da entrambe le parti e notizie di prima mano su ciò che accade nei Paesi di riferimento. Una delle contromisure che abbiamo deciso di prendere durante la pandemia è stata inoltre la riorganizzazione dell’azienda in materia di smart working, per essere tutti preparati a lavorare da remoto in caso di impedimenti alla presenza fisica in cantina.  Abbiamo inoltre deciso di stringere accordi di collaborazione con la grande distribuzione organizzata, sempre nell’ottica di un’opportuna diversificazione dei canali distributivi, senza però tradire la nostra vocazione alla produzione di vini di qualità. Dunque privilegiando società di distribuzione grazie alle quali i nostri vini possano contare sull’opportuna valorizzazione delle loro specificità, che risiedono, come già detto, nell’impiego di tecniche di vinificazione tradizionali, ma anche e soprattutto nella loro forte connotazione identitaria.”Elfo Apollonio SusumanielloG.B. “Tra i diversi vini prodotti, per lo più espressione dei vitigni autoctoni del Salento, a quali siete più legati e perché?”
M.A.La nostra azienda privilegia da sempre un utilizzo dei vitigni autoctoni del territorio, con particolare riguardo anche a quelli più antichi e caduti in disuso, come – ad esempio – il Susumaniello. Difficile, per me, dire a quale vino io sia più legato. Per un padre, i figli son tutti uguali Sicuramente il Divoto, la nostra riserva di Copertino DOP, può essere ritenuto la punta di diamante della produzione Apollonio. Il Diciotto Fanali, il rosato tanto caro a mio padre, affinato in barrique di acacia per 12 mesi, è probabilmente un unicum nel suo genere così come la nuova linea IL150, nata per celebrare i nostri primi 150 anni.”Premi Apollonio ViniG.B. “In quali Paesi esportate ed in quali avete avuto più difficoltà ad essere presenti negli ultimi mesi?” 
M.A.Attualmente esportiamo in circa 30 Paesi in tutto il mondo. La Cina è stata la prima a essere coinvolta nell’emergenza sanitaria. Per questo, il primo Paese a soffrire ma anche il primo a riprendersi regalandoci, oggi, un’importante boccata di ossigeno. L’ America è purtroppo ancora sofferente, duramente colpita in ogni ambito così come l’Europa che però, presentando al suo interno situazioni molto diverse per ogni singolo stato, ci ha permesso di mantenere una certa continuità, seppur con ritmi più lenti.”botti Apollonio ViniG.B. “Perché un winelover dovrebbe scegliere i vini della Cantina Apollonio?”
M.A.Perché offriamo vini di qualità. Perché da 150 anni rispettiamo fedelmente la tradizione vitivinicola di famiglia. Perché i nostri migliori risultati sono sempre arrivati quando abbiamo scelto di puntare sui vitigni autoctoni, consentendoci di attrarre e fidelizzare i clienti. Per la coerenza con la quale portiamo avanti tutte le fasi produttive dei nostri vini. Perché facciamo del nostro meglio, ogni giorno, per offrire vini che raccontino con onestà e passione la ricchezza della nostra terra.Massimiliano ApollonioG.B. “Un’ultima domanda a Massimiliano Apollonio Consigliere Nazionale Assoenologi. Come l’associazione crede che si potrà intervenire per sostenere le realtà vitivinicole in questo periodo di difficoltà?” 
M.A.Assoenologi ha messo in campo tutte le sue armi già da febbraio, grazie all’alta credibilità che riscuote a livello nazionale.  Tutte le iniziative sono state fruibili non solo agli associati enologi ma anche, e soprattutto, agli imprenditori, cantine. Il tutto grazie anche alla collaborazione delle altre associazioni di categoria, dei consorzi e di tutti gli attori dell’intera filiera che si sono fidati dei nostri suggerimenti a livello ministeriale. Quindi, sostegno per la distillazione dei vini da tavola, sostegno per lo stoccaggio dei vini IGT, DOC e DOCG. Ma non solo. Siamo intervenuti anche per andare incontro alle esigenze della ristorazione, forse il comparto più colpito in questo periodo, essendo loro gli ambasciatori del vino di qualità, non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo.

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