“A tua somiglianza
e a tua immagine,
arancia,
fu fatto il mondo” 

Così inizia la celebre poesia “Ode all’Arancia” del premio Nobel per la letteratura, Pablo Neruda. Con tutta la cautela del caso e senza voler sembrare arroganti, anche noi proviamo a comporre un’ode all’Arancia, a modo nostro. Il frutto tra i più rappresentativi del periodo invernale, protagonista della nostra rubrica “Cinque cose che non sai su…” . Le origini, la storia che la lega all’umanità, le proprietà nutritive ed una ricetta che vi mette subito alla prova. Con buona pace di Pablo Neruda. 

  • Gli agrumi appartengono, tutti, all’ordine delle Geraniales, famiglia delle Rutaceae, sottofamiglia Aurontioideae. I diversi agrumi che oggi possiamo portare a tavola derivano da tre specie: il pummelo (forse il primo agrume coltivato dall’uomo), il cedro e il mandarino, i quali a loro volta deriverebbero da un antenato comune che si sarebbe originato circa 20-30 milioni di anni fa nelle regioni tropicali e subtropicali del sud est asiatico, in un area vasta che comprende Cina, Malesia, India e Indonesia. Con il trascorrere del tempo queste specie basilari si diversificarono, favorite dai processi di selezione naturale, ibridazioni occasionali, mutazioni, apomissie e l’ausilio dell’uomo.
  • Come accennato nel punto procedente, l’ausilio dell’uomo ha accelerato i processi che hanno portato gli agrumi ad essere quello che oggi riconosciamo, fin dal profumo. Le piante furono trasportate in luoghi diversi dando luogo a differenti specie e varietà. L’arancio dolce (Citrus x sinensis (L.) Osbeck), protagonista del nostro articolo, è di certo il più importante da un punto di vista commerciale. La sua origine è data da un incrocio avvenuto circa 4000 anni fa tra mandarino e pummelo, così come l’arancio amaro (Citrus x aurantium L.). L’arancio dolce è stato introdotto in Europa dalla Cina nel XV secolo, per mano dei navigatori genovesi e portoghesi. Curiosità: il nome dialettale delle arance in alcune zone come la Sicilia, Basilicata e Calabria è per questo motivo “Portogallo”.
  • Le arance, come d’altronde molte piante di agrumi con poche eccezioni, sono piante sempreverdi. I fiori, generalmente bianchi (per questo motivo indicati per i bouquet delle spose) si chiamano zàgare. La corolla a petali liberi racchiude moltissimi stami; il pistillo ha un ovario con almeno cinque logge ricche di ovuli. L’epicarpo o esocarpo è ricco di ghiandole contenenti oli essenziali ed è costituito da uno strato esterno rugoso, raramente liscio. L’epoca i fioritura è alquanto variabile, da febbraio-marzo all’estate; a suo modo varia l’epoca di maturazione che va dall’autunno alla primavera dell’anno successivo. Nella diffusione degli agrumi, arance comprese, in Italia, l’aspetto ornamentale ha prevalso inizialmente su quelli commerciali del frutto, entrando negli antichi giardini rinascimentali del ‘500, ad esempio nelle ville medicee.
  • Mangiare un’arancia è la stessa cosa, dal punto di vista nutrizionale, che bere una spremuta? Analizziamo i nutrienti: Arance: 100 g di parte edibile contengono 87,2 g di acqua, 0,7 g di proteine, 0,2 g di lipidi, 7,8 g di glicidi, 1,6 g di fibra, 50 mg di vitamina C, 0,06 mg di vitamina B1, 0,05 mg di vitamina B2, 0,2 mg di vitamina B3, 71 mcg di vitamina A, 49 mg di calcio, 22 mg di fosforo, 200 mg di potassio, 3 mg di sodio, 0,2 mg di ferro per 34 kcal. Succo di arancia: 100g di succo contengono 89,3 g di acqua, 0,5 g di proteine, tracce di lipidi, 8,2 g di glicidi, 15 mg di calcio, 17 mg di fosforo, 0,2 mg di ferro, 44 mg di vitamina C, 0,05 mg di vitamine B1, 0,03 mg di vitamina B2, 0,04 di vitamina B3, 38 mcg di vitamina A per 33 kcal. Per questo motivo è preferibile il frutto intero. Falso mito da sfatare: non vi è motivo di credere che l’arancia mangiata alla sera, arrechi disturbi alla digestione. L’arancia, come tutti gli altri agrumi, è controindicata nei sofferenti di reflusso gastro-esofageo.
  • La ricetta che vi proponiamo vi permetterà di riutilizzare la buccia delle arance. Si stiamo parlando delle “Scorzette di arancia candite”:

    Ingredienti
    • scorze di arancia a piacere (vi consiglio minimo di 2 arance)
    • acqua pari peso alle scorze di arancia ammorbidite
    • zucchero pari peso alle scorze arancia ammorbidite

    Procedimento
    Tagliate della dimensione che volete, la buccia delle arance. Lasciate in ammollo da un minimo di 4 ad un massimo di 6 giorni, a temperatura ambiente, senza coprire se non con carta assorbente. Se l’ambiente è troppo caldo, potrebbe risultare della muffa, in quel caso, cambiate l’acqua. Dopo qualche giorno le bucce di arancia si presentano profumatissime, morbide e l’acqua è leggermente colorata. Sgocciolate le bucce, pesatele e aggiungetele in una padella o casseruola larga. Aggiungete in pentola pari peso di acqua e zucchero. Lasciate a fuoco lento per 15 minuti circa , potrebbero anche volerci 5 /6 minuti in più il tempo previsto, che lo sciroppo si prosciughi e l’acqua sparisca, le scorze di arancia risultino lucide e caramellate. Infine disponete su un vassoio o tagliere le scorzette di arance candite, cercando di distanziarle: Lasciate raffreddare e asciugare per 1 h circa. Infine potete gustare le vostre Arance candite morbide e profumatissime.

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