Il suo successo non ha tempo né confini. La sua storia è quella di un piatto povero, nato all’ombra del Vesuvio, per sfamare una popolazione in miseria. Diventata ambasciatrice straordinaria della cucina italiana nel mondo, ha conquistato anche i più palati raffinati e gli chef stellati.
Una storia partita secoli fa, ma che si è tinta di rosso solo dopo la scoperta dell’America, con un impasto di farina, acqua, sale e lievito che si è evoluto e trasformato nel tempo, tra farine speciali, tecniche di lievitazione e rivisitazione creative.
Stiamo parlando di lei, la pizza Margherita, il tricolore culinario più pop che ci sia: il suo segreto?
La semplicità dei suoi ingredienti e un gusto inconfondibile: l’acidità e la dolcezza del pomodoro viene equilibrata dal gusto pieno e ricco del fior di latte, il sentore amaro/piccante tipico di un buon olio di oliva esaltano i sapori e ne amplificano il gusto; infine il basilico dona freschezza, con un sentore erbaceo e balsamico.
È la natura, che ci ha donato questo miracolo.
Si ritiene che la prima apparizione della pizza margherita così come la intendiamo oggi sia stata a Napoli nei primi anni del 1500: gli storici del William E. Macaulay Honors College hanno scoperto che le famiglie povere di Napoli mettevano le fette di pomodoro sull’impasto e lo ricoprivano con il formaggio per preparare un pasto economico e facile.
Secondo i ricercatori, allora si pensava che i pomodori, importati a seguito della recente scoperta dell’America, fossero velenosi, da utilizzare solo a scopo ornamentale.
Ecco perché la pizza era considerata un alimento a basso prezzo e diffuso tra le fasce più umili della popolazione.
Scopriamo insieme le “Cinque cose che non sai su… la Pizza Margherita” !
1) M’AMA O NON M’AMA
La sua consacrazione effettiva risale al giugno 1889, per onorare la Regina d’Italia, Margherita di Savoia, il cuoco Raffaele Esposito preparò la “Pizza Margherita“: una pizza condita con pomodori, mozzarella e basilico (anche se abbiamo testimonianze precedenti già nel 1796).
Fu la sovrana a suggerire che i colori le ricordavano la bandiera Italiana! Poi presa dall’entusiasmo chiese: “Ho ancora fame, c’è anche rettangolare?”.
A questo punto la trama si infittisce: chi ha messo per primo la mozzarella sulla pizza?
Secondo alcune fonti i primi ad aggiungerla sulla pizza furono proprio i napoletani; sottili fette di mozzarella venivano messe sull’impasto con il pomodoro, a formare i petali di una margherita con al centro un uovo sodo come capolino e stelo del fiore di basilico ma la versione più diffusa resta quella del “falso storico” in onore della Sovrana.
2) PATRIMONIO DELL’UNESCO
Il 9 dicembre 2017, in Corea del Sud, sull’isola di Jeju, si è riunito il Comitato Intergovernativo per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco. Grazie a una raccolta firme di 2 milioni di persone, si è deciso di dichiarare “la pizza napoletana e la sua tradizione patrimonio immateriale dell’UNESCO.”
La pizza classica napoletana è dunque diventata un patrimonio culturale da salvaguardare, dopo una dura battaglia cominciata già nel 2003, e per queste ragioni è stato stilato un disciplinare a tutela della sua unicità.
Nel 1984 Antonio Pace e Lello Surace, insieme ad altri rinomati pizzaioli dell’epoca, si riunirono per sintetizzare le regole fondamentali per riconoscere una Vera Pizza Napoletana, donandole così massima dignità e riconoscenza.
Il Disciplinare in passato era un’ insieme di regole che venivano trasmesse oralmente dai pizzaioli, di generazione in generazione, che ora sono andate a comporre un documento scritto per la preparazione della Vera Pizza Napoletana.
3. LO ZIO D’AMERICA
Alberto Grandi, docente del dipartimento di Economia dell’Università di Parma, famoso per le sue denunce sui tutti i falsi miti della cucina italiana, in una recente intervista al Financial Times prende di mira proprio alcuni dei pilastri della nostra tradizione gastronomica, tra cui la pizza! (SHOCK)
Secondo Grandi la prima pizzeria (intesa come ristorante dedicato solo alla pizza) è stata aperta non in Italia, ma udite udite, a New York nel 1911!
Quando nel 1943 i soldati italo-americani vennero inviati in Sicilia avrebbero scritto lettere con espressioni incredule, stupiti che in Italia non ci fossero pizzerie.
(ndr. Noi prendiamo fortemente le distanze da questa accusa e ci limitiamo a riportare la notizia.)
4. UNA PIZZA A STELLE E STRISCE
Sapete dirci qual è il paese che mangia più pizza? Pensavate all’Italia in quanto madre della pizza?
Vi siete sbagliati, il Bel Paese infatti si trova solo al secondo posto, seguita dal Brasile. Al primo posto invece troviamo la super potenza degli Stati Uniti.
Se consideriamo però che la popolazione degli USA è ben superiore a quella italiana, gli italiani restano gli amanti numero uno della pizza!
5. I RITRATTI FATTI DI PIZZA.
Pensavate che l’arte di preparare la pizza fosse pensata solo per deliziare il palato?
La pizza è un’ esperienza per i 5 sensi, da ammirare come un quadro in una galleria d’arte! Ed è proprio ciò che hanno pensato alcuni Mastri pizzaioli, realizzando dei veri e propri dipinti.
Sono ritratti di pizza composti con l’alternanza di pomodoro e mozzarella che grazie ai social sono divenuti sempre più famose, come quelle realizzate da Domenico Crolla nel suo ristorante di Glasgow.
E voi quante ne sapevate riguardo “sua maestà”?
2023-03-28
Muy bonito y descriptivo articulo.
Datos muy interesante, gracias por divulgarlos